venerdì 13 aprile 2012

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La birra rende intelligenti: ecco giustificato il genio di Bukowski*


Un paio di birre e sei più intelligente o quantomeno creativo, ma solo se sei uomo. È quanto sostengono i ricercatori dell’Università dell’Illinois di Chicago. Gli studiosi hanno fatto un esperimento su un campione di 40 uomini: chi aveva bevuto un paio di birre è stato più veloce a risolvere un quiz rispetto a chi era sobrio. Dalla ricerca è emerso che chi aveva bevuto ha risolto il 40% dei problemi in un tempo minore rispetto a chi non aveva assaggiato neanche un sorso: 12 secondi contro 15,5 secondi. Stando alla ricerca dunque una piccola quantità di alcol nel sangue aiuta a risolvere problemi soprattutto di tipo creativo, cosa che dimostra come scrittori del calibro di Charles Bukowski abbia tratto “vantaggio” dal bere.
Sembra che la birra sia diventata il banco di prova di tutti gli studiosi: prima la ricerca sui “Beer Goggles“, la capacità cioè degli alcolici di rendere più bella la realtà, ora quella sull’intelligenza alcolica.
La psicologa Jennifer Wiley ne è convinta: un po’ d’alcol non fa male, anzi aiuta a essere più creativi. Anche se i bevitori “non sono bravi nei compiti che coinvolgono la memoria, diversamente riescono a risolvere problemi di tipo creativo“.
Così la dottoressa spiegherebbe la capacità di scrittori come il già citato Bukowski, Ernest Hemingway o John Cheever di creare capolavori nonostante i loro problemi di dipendenza da alcol.
Un paio di bicchieri a cena aiutano l’aspetto creativo a venir fuori“, ha concluso la Wiley.
Peccato che i suddetti scrittori ne bevessero più di un paio e che il genio non si misura a birre: non tutti possono diventare il nuovo Bukowski bevendosi un paio di pinte.
Magari ci si può provare, ma non date la colpa alla birra se non riuscite a scrivere capolavori.

* Articolo tratto dal sito http://www.haisentito.it/

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