mercoledì 20 luglio 2022

L'oro è servo oppure padrone





 

domenica 23 giugno 2013

Senza giri di Parole

TuKola, la rivoluzione delle bollicine!
di Leonetti Mario 22/06/2013

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1962; “Proclama 3447”: gli Stati Uniti d’America decidono di imporre un embargo commerciale nei confronti di Cuba, subito dopo la fine della rivoluzione castrista. L’embargo limiterebbe Cuba nell’importare prodotti dagli Stati Uniti e da tutti i paesi del mondo che proprio con gli USA hanno stretto delle relazioni economiche
Una settimana fa, dopo aver fatto un’abbondante colazione – focaccia col salame e gassosa al caffè – andai, come d’abitudine a lavarmi i denti e, nel momento stesso in cui lo spazzolino entrava in contatto con i miei incisivi, ripensai all’embargo cubano:
“Ma se Cuba non può importare prodotti esteri nel Paese, come la Coca Cola, allora come fanno i cubani a fare il Cuba Libre? Cos’è che mettono realmente i cubani nel più famoso “long drink” del mondo?”
Semplice: Coca Cola. Risolto il mistero.
A questo punto vi starete sicuramente chiedendo: Ma come è possibile tutto ciò?
Tutto ciò è possibile grazie alla Triangolazione Economica.
Cita il dizionario treccani:

“La triangolazione economica è un operazione di acquisto/vendita che coinvolge 3 operatori economici. Per esempio: l’azienda A acquista beni da B, incaricandola di consegnare i prodotti all’impresa C […] Nel commercio internazionale le triangolazioni sono utilizzate sia per aggirare vincoli all’esportazione e alla vendita in un determinato Paese imposti da organismi internazionali, sia per beneficiare di vantaggi fiscali”.

Così, molti prodotti capitalistici, compresa la Coca Cola, arrivano a Cuba dal Messico, da Panama o dal Canada, aggirando così la scellerata guerra economica imposta ai cubani dagli States. Tutto ciò tuttavia non contribuisce al miglioramento della vita economica e sociale del paese: un ragazzino cubano oggi paga una lattina di coca il triplo rispetto ad un ragazzino italiano; inoltre in cinquant’anni di embargo l’economia cubana ha perso circa 751,000 milioni di dollari. “C’est la vie” diranno alcuni.  “E’ una porcata” penseranno altri.
La sera stessa andai a dormire e, prima che i miei occhi potessero chiudersi abbandonandosi così al sonno, il mio cervello, mandandomi un segnale ben preciso, mi impose l’ultimo ragionamento logico della giornata:
“Ma se la Coca Cola a Cuba costa il triplo rispetto all’Italia, come mai il Cuba Libre lo si può comprare a prezzi popolari?
Ancora una volta il web è accorso in mio aiuto. TuKola!
Nasce come risposta ad una battaglia politica che dura da più di cinquant’anni. E’ la bibita gassata più famosa dei caraibi, esportata anche in Italia a prezzi modestissimi. L’embargo cubano ha contribuito alla realizzazione di un mercato interno che, seppur poverissimo, è riuscito ad evitare il collasso economico del Paese. La TuKola è, ad oggi la risposta cubana alla Coca Cola americana. Il suo diretto prodotto sostitutivo, grazie al quale si riesce, fra l’altro, a portare avanti la tradizione del Cuba Libre, di “Cuba Libera”. Apro il sito ufficiale della bevanda ed ecco subito apparire lo slogan pubblicitario: “Rivoluziona la tua sete!” (anche nelle pubblicità cubane si riesce a percepire l’influenza di Fidel Castro o Che Guevara).  La politica della bibita è diretta, non si fanno giri di parole, essa è speranza, è lotta ad un sistema ingiusto, è rendere accessibile ad un bambino la possibilità di gustare una bibita gassata, è l’opportunità data ad un popolo di diffondere la propria cultura, è la rivoluzione delle bollicine.

Che cos’è tuKola?
È una bevanda cubana, proposta quale alternativa alla Coca-Cola.

Perché scegliere tuKola?
Perché è un prodotto equo e sostenibile.
Perché garantisce uno sviluppo economico rispettoso dell’uomo, dell’ambiente e delle tradizioni. Perché non sfrutta lavoratori. Perché non sfrutta la manodopera infantile. Perché è antimperialista e rivoluzionaria. Perché non uccide, non rapisce e non tortura.
Perché non è una multinazionale.
Perché? Perché è tuKola.


(Tratto dal sito:http://www.tukola.ch/Tukola/Tukola_IT.html)

mercoledì 9 maggio 2012

Letture Maggio 2012

IGNAZIO SILONE
Fontamara

Dopo aver letto Fontamara, che fare?
Sicuramente rifletterci sopra e capire che, alcune volte, la miseria unita all'ignoranza sono condizioni peggiori della povertà.
Il romanzo di Silone (per certi aspetti il "Pirandello d'Abruzzo") è una sana storia sull'ingiustizia.
L'oppressione e la rabbia sono gli elementi che caratterizzano l'intera vicenda ed i poveri cafoni,gli unici a pagare a caro prezzo le sorti dei loro destini, ne sono gli eroi.
Quando c'è di mezzo il fascismo, inoltre, come in questo caso, si riescono a percepire le grandi difficoltà a cui andavano incontro la maggior parte della popolazione italiana dell'epoca. Infine il sualismo città-campagna, non fa altro che accentuare la disuguaglianza fra coloro che hanno tutto (i ricchi) e che sfruttano la povera gente per raggiungere i propri scopi; e coloro che non hanno niente (i cafoni), i quali, portati all'esasperazione dalla "cattiva legge", cercano con qualunque mezzo di ribellarsi al regime.
Quindi concludo riportando a voi le unltime parole del libro:
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* Dopo tante pene e tanti lutti, tante lacrime e tante piaghe, tanto odio, tante ingiustizie e tanta disperazione, che fare?

*Tratto da Fontamara di Ignazio Silone - Oscar Mondadori - 22 Edizione - pag. 208

sabato 28 aprile 2012

Letture Aprile 2012

ERNEST HEMINGWAY
Fiesta
La prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver letto Fiesta è: "Ma quanto gli è costata questa vacanza a Jake Barnes?".
Fra alberghetti più o meno lussuosi, grandi mangiate, mance generosissime, liquori e pregiate bottiglie di vino (fra cui ricordiamo il famoso Fundador Amontillado e il Rioja), il personaggio di Jake, giornalista americano di stanza a Parigi, si muove tra caratteristici paesini della Spagna insieme ad uno strano gruppo di amici.
Nel romanzo i personaggi, tutti con evidenti problemi di alcol, bevono in continuazione: bevono da soli, bevono con amici e sconosciuti, bevono per dimenticare o per mettersi a proprio agio durante i giorni della Fiesta.
Ed è proprio Pamplona, con la sua famosa festa di San Firmino e le sue corride, a far da cornice alla storia.
Hemingway descrive minuziosamente le fasi più importanti della fiesta popolare che inizia con gran fragore fino a scemare dopo sette giorni insonni fatti di canti, balli, vino, tori e toreri.
Non guasta mai, come in questo caso, la presenza di una bizarra femme-fatale, Brett, che sembra essere innamorata di tutti (compreso lo stesso Jake) e di nessuno.
Ancora un ultima cosa mi ha colpito del romanzo: ovvero la semplicità e l'efficacia con cui Hemingway conduce i dialoghi tra i personaggi nel corso del libro.
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* La fiesta era davvero cominciata. Continuò giorno e notte per sette giorni. Continuarono le danze, si continuò a bere, e per una settimana il chiasso non cessò.
Le cose che accadevano, potevano solo accadere durante una fiesta. Tutto diveniva irreale e pareva che niente potesse avere conseguenze.
Pareva fuor di posto pensare alle conseguenze durante la fiesta. Per tutto il tempo che la fiesta durava, si aveva la sensazione, anche quando c'era calma, che bisognasse urlare ogni frase per farsi sentire. La stessa sensazione si aveva per le azioni.
Era una fiesta, e per sette giorni continuò. 

* Spezzone tratto da Fiesta di Ernest Hemingway - Oscar Mondadori - VIII Edizione 1980 - pag. 206

sabato 21 aprile 2012

Riflettiamo...

LE ACCISE CHE LO STATO PRELEVA DAL PREZZO DELLA BENZINA

    - 0,001 euro per la guerra di Abissinia del 1935;
    - 0,007 euro per la crisi di Suez del 1956;
    - 0,005 euro per il disastro del Vajont del 1963;
    - 0,005 euro per l’alluvione di Firenze del 1966;
    - 0,005 euro per il terremoto del Belice del 1968;
    - 0,051 euro per il terremoto del Friuli del 1976;
    - 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
    - 0,106 euro per la missione in Libano del 1983;
    - 0,011 euro per la missione in Bosnia del 1996;
    - 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
    - da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
    - 0,040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011.
    TOTALE: 0,26 euro per ogni LITRO di BENZINA

venerdì 13 aprile 2012

Notizie dal Mondo

La birra rende intelligenti: ecco giustificato il genio di Bukowski*


Un paio di birre e sei più intelligente o quantomeno creativo, ma solo se sei uomo. È quanto sostengono i ricercatori dell’Università dell’Illinois di Chicago. Gli studiosi hanno fatto un esperimento su un campione di 40 uomini: chi aveva bevuto un paio di birre è stato più veloce a risolvere un quiz rispetto a chi era sobrio. Dalla ricerca è emerso che chi aveva bevuto ha risolto il 40% dei problemi in un tempo minore rispetto a chi non aveva assaggiato neanche un sorso: 12 secondi contro 15,5 secondi. Stando alla ricerca dunque una piccola quantità di alcol nel sangue aiuta a risolvere problemi soprattutto di tipo creativo, cosa che dimostra come scrittori del calibro di Charles Bukowski abbia tratto “vantaggio” dal bere.
Sembra che la birra sia diventata il banco di prova di tutti gli studiosi: prima la ricerca sui “Beer Goggles“, la capacità cioè degli alcolici di rendere più bella la realtà, ora quella sull’intelligenza alcolica.
La psicologa Jennifer Wiley ne è convinta: un po’ d’alcol non fa male, anzi aiuta a essere più creativi. Anche se i bevitori “non sono bravi nei compiti che coinvolgono la memoria, diversamente riescono a risolvere problemi di tipo creativo“.
Così la dottoressa spiegherebbe la capacità di scrittori come il già citato Bukowski, Ernest Hemingway o John Cheever di creare capolavori nonostante i loro problemi di dipendenza da alcol.
Un paio di bicchieri a cena aiutano l’aspetto creativo a venir fuori“, ha concluso la Wiley.
Peccato che i suddetti scrittori ne bevessero più di un paio e che il genio non si misura a birre: non tutti possono diventare il nuovo Bukowski bevendosi un paio di pinte.
Magari ci si può provare, ma non date la colpa alla birra se non riuscite a scrivere capolavori.

* Articolo tratto dal sito http://www.haisentito.it/